Normativa etichette birra: le informazioni che non devono mancare

Normativa etichette birra: le informazioni che non devono mancare

 

Le etichette della birra, come ogni biglietto da visita che si rispetti, hanno lo scopo di colpire lo sguardo di chi le osserva con grafiche accattivanti o illustrazioni a tema, ma anche di fornire una serie di informazioni utili che identifichino in maniera chiara e trasparente il contenuto della bottiglia e le principali caratteristiche della birra. La normativa delle etichette della birra, così come quelle di ogni prodotto alimentare in commercio in Italia, devono contenere per legge una serie di caratteristiche che informano su ingredienti utilizzati e altre importanti questioni. In questo articolo andremo a scoprire quali sono attualmente le diciture obbligatorie che devono essere stampate su ogni etichetta della birra, e le dimensioni standard di ogni informazione. L’attenzione per le questioni burocratiche mette infatti al sicuro i produttori, anche chi si occupa di produzioni artigianali, da multe e richiami amministrativi.

Quale decreto si occupa delle informazioni su alimenti e bevande?

Attualmente, la specifica normativa sulle etichette della birra e di diversi altri alimenti, è nello specifico il decreto legislativo 231 del 15 dicembre 2017, attuativo del regolamento europeo UE 1169/11. Come in passato, anche con le leggi previgenti, è obbligatorio inserire nell’etichetta della birra la sede dello stabilimento, anche se la birra è prodotta in Italia. Molti produttori inseriscono la sede, o almeno la regione di origine, per dare anche un carattere più personale alla birra, una scelta che risulta spesso gradita ai consumatori.

Le informazioni richieste

Oltre al marchio (o in alternativa alla ragione sociale del produttore), l’etichetta deve contenere informazioni considerate obbligatorie per poter mettere in commercio il prodotto:

  • Il grado alcolico della birra, espresso in percentuale sul volume. La birra può essere considerata light soltanto se il grado alcolico non è superiore a 3,5%. Può essere considerata invece birra analcolica solo quella con un contenuto di alcol non superiore a 1,2%.
  • Il lotto di produzione, quindi la data di imbottigliamento.
  • Data di scadenza, che può essere indicata anche con l’indicazione “da consumarsi preferibilmente entro” seguita dalla data di conservazione massima.
  • Il volume netto di prodotto contenuto nella bottiglia, che può essere espresso in cl. o in l.
  • La presenza di eventuali ingredienti che possono essere considerati allergenici, ovvero ingredienti differenti dalla base di malto d’orzo e luppolo, che sono i principali ingredienti della birra. Gli allergeni devono essere ben evidenziati.

Consumo responsabile

Pur non essendo obbligatorio, è sempre gradito inserire nell’etichetta delle bevande alcoliche uno slogan o una dichiarazione sul consumo responsabile, come per esempio la frase della campagna di prevenzione nazionale “O bevi o guidi”, scelta dai produttori di birra italiana per mettere in guardia soprattutto i giovani dai comportamenti pericolosi. Un piccolo supporto per ricordare che la birra è una bevanda piacevole da sorseggiare davanti a una pizza o per gli aperitivi con gli amici, ma che bisogna sempre farlo con la testa sulle spalle.