
Un’etichetta vincente è un’etichetta che ha qualcosa da raccontare. Un’etichetta che non veicola più solo informazioni legate all’origine, l’annata, i vitigni e la gradazione alcolica, con un marchio ben proporzionato, ma che si arricchisce di un linguaggio carico di innovazione. E nella competizione commerciale, la necessità di accrescere questo linguaggio comunicativo sta portando ad esplorazioni emozionali, formali e semantiche sorprendenti. Quando poi l’innovazione diventa un linguaggio personale, allora il gioco è fatto.
Questo sembra essere ancor più vero nel mercato internazionale e, in particolare, negli Stati Uniti. Studi recenti hanno dimostrato che il packaging ha un potere di attrazione per il consumatore pari al 70%, percentuale che sale ulteriormente fino al 75% con il target giovane. Il design della bottiglia fa davvero la differenza, tanto da indurre un americano a pensare che una bottiglia curata nella sua progettazione sia anche di qualità superiore. Scendendo più nel dettaglio, sembrerebbe che per i vini sotto i 20 dollari, ad attrarre maggiormente il consumatore siano le bottiglie con etichette e capsule dai colori vivaci ( rosso arancio, oro…); i vini della fascia oltre i 20 dollari, invece, si conformano ad un’estetica più tradizionale con colori neutri e caratteri tipografici classici; questo però crea un’opportunità per tutte le aziende vitivinicole che si spingono oltre i canoni classici con modelli di confezioni “dirompenti” ad emergere.
Questa breve introduzione sui driver di scelta nel mercato americano serve a contestualizzare il caso che analizzeremo oggi, “Tierra Sur”, un’etichetta che sembra gestire sapientemente queste logiche di mercato. Si tratta di un vino del Sud America (Mendoza nello specifico, una delle nuove Capitali del vino) di fascia entry level, pensato per un giovane consumatore di ampie vedute, sempre aperto a sperimentare nuove sapori, un esploratore del mondo che vede l’Argentina come una destinazione esotica.
Il progetto grafico è stato curato da una Graphic Designer Argentina, Mariana Ruggeri, che vive in Italia. Un giovane spirito che vive il pensiero creativo come unico strumento capace di risolvere problemi sociali e industriali. La progettazione come filosofia per fare la differenza, a patto che ciò che si dica contribuisca a portar valore, promuovendo laddove si può un cambiamento nella propria e nella vita di tutti gli altri.
“Un mondo di idee ha bisogno di persone coraggiose ed entusiaste, desiderose di creare nuovi modi, aprire percorsi e rischiare tutto per una visione. Una visione per creare, credere e sentire che puoi essere migliore, che puoi fare di meglio.”
Il progetto è descritto in maniera completa dalle sue parole: “Il cliente non aveva Brief ed era la prima volta che entravo nel mercato degli Stati Uniti, quindi ero molto coinvolta nell’intero processo di sviluppo. Mi hanno dato piena fiducia nella creazione del progetto, sia nel processo di Naming che nel Mood che volevamo mostrare. Quindi è stata tutta un’esplorazione volta a capire cosa poteva essere interessante mostrare, senza cadere nell’ovvietà già vista nel vino. È un progetto dei Valle Austral State, quindi volevamo enfatizzare l’idea di “emisfero sud”, e sebbene fosse un nuovo marchio, non volevamo distaccarci dal concetto generale della Cantina.”

L’etichetta, 100×120 mm avvolge la bottiglia nella sua totalità. Le illustrazioni, che come ci riferisce Mariana “sono le stesse fatte davanti al cliente durante il Brainstorming”, hanno un tratto semplice, ma portano con sè una forte personalità. Giocano con una palette cromatica ristretta, solo 3 colori esaltati dal vivace contrasto con il fondo nero. Non ci sono particolari rifiniture, è la carta a fare la differenza. La Frozen Orion presenta infatti, insieme ad una goffratura, una iridescenza argento superficiale che, a seconda dell’illuminazione, ravviva i colori restituendo alla semplicità dell’etichetta un valore superiore.
Nel complesso un’etichetta capace di attrarre, coinvolgere ed emozionare. Prossimamente faremo due chiacchiere con Mariana Ruggeri, per approfondire il suo multiforme e variegato universo progettuale.
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Mariana Ruggeri