Lo Studio multidisciplinare Locatelli Pepato, con sede a Padova, ha progettato e realizzato il progetto “Invero – Panettone in vasocottura” che abbiamo analizzato nella nostra rubrica “Etichetta vincente”. Abbiamo avuto il piacere di fare due chiacchiere con Nicola Locatelli.
LD: Ciao Nicola, potresti introdurci lo Studio Locatelli Pepato?
LP: Lo studio è diretto da me e Giulia Pepato. Ci occupiamo di progetti di architettura, di interni e seguiamo l’art direction per diverse aziende. Il nostro obiettivo è quello di dare espressione ad una visione, interpretando di volta in volta le forze in gioco e le variabili che insistono sul progetto, qualsiasi esso sia.
Attraverso la ricerca, il dialogo tra le discipline e i diversi linguaggi e tecnologie ci troviamo a proporre progetti specifici e rigorosi frutto di un processo creativo aperto e fortemente influenzato dai fattori specifici del singolo caso che ci portano ad assumere una linea stilistica decisa e di carattere seppur mutevole.
Siamo attivi in diversi campi della comunicazione visiva. Ci occupiamo di progettare sistemi di identità visiva, strategie visuali e strumenti per enti, istituzioni, imprese e agenzie. Dalla definizione dell’approccio strategico alla progettazione di prodotti editoriali fino all’allestimento degli spazi, il nostro metodo si basa su una continua ricerca e comprensione del ruolo che la comunicazione visiva svolge all’interno di realtà differenti e processi complessi. Attraverso un approccio orientato al dialogo ci relazioniamo con i clienti in modo da avere una visione approfondita delle specificità che ogni progetto richiede.
LD: Dove nasce il vostro interesse per il Packaging Design?
LP: Oltre ai loro prodotti, le aziende con cui lavoriamo, vogliono creare dei potenti immaginari attraverso la comunicazione. Immaginari che se coerenti e ben veicolati lasciano un segno culturale.
Noi miriamo alla costruzione di questo segno, all’impronta culturale che ne deriva. E’ stato quindi naturale cominciare ad occuparsi, assieme ai molti altri aspetti di una direzione artistica, di come si presenta il prodotto e studiare cosa esso comunica.
LD: Cosa vuol dire progettare un’etichetta?
LP: Attraverso un’etichetta si trasmette la prima sensazione del prodotto, ma anche l’ultima. In mezzo c’è una storia ed è la sfida del designer provare a raccontarla. Il progetto è un processo, un percorso per il quale bisogna studiare, provare, cambiare e da li nasce un costante e fondamentale dialogo all’interno del nostro team, con i fornitori e con i clienti.
Progettare un’etichetta vuol dire anche molta responsabilità. Nel nostro ruolo di art director spesso ci troviamo a disegnare per lo stesso cliente un prodotto, un allestimento, un punto vendita o, appunto, un’etichetta decidendo come sarà l’immagine verso il pubblico e pertanto rispondendo del lavoro di molte persone.
LD: Abbiamo parlato del progetto per la “d&g patisserie” del Maetro AMPI Denis Dianin, puoi raccontarci qualcosa di più?
LP: Il nostro percorso con il Maestro Dianin in realtà inizia parecchi anni fa tramite qualche piccola collaborazione ma più che altro perché eravamo e siamo affezionati clienti della sua pasticceria.
Ci siamo riavvicinati due anni fa, entrambi con un bel percorso alle spalle, ed è nato subito il piacere di condividere dei progetti. La prima sfida è stata il packaging del panettone in vaso, un’autentica provocazione in tutto: un panettone in un vaso in vetro dentro una scatola bianca. Da qui assieme abbiamo creato un nuovo brand invero, ideato la nuova linea packaging per i grandi lievitati ed è in corso il delicato processo di re-branding di d&g patisserie. Per il futuro stiamo condividendo dei progetti veramente interessanti, prenderanno vita nel 2020 quindi seguite @locatellipepato @denis.dianin se volete restare aggiornati.
LD: Com’è stato collaborare con questa firma dell’alta pasticceria e quanto è intervenuto nel processo creativo?
LP: Ogni azienda con cui entriamo a contatto è una storia a sé, ogni progetto nasce da un dialogo quotidiano, da un lavoro di squadra, ogni azienda ci insegna cose nuove.
La pasticceria ha ritmi frenetici, essa segue dei tempi e delle dinamiche ferree e il marketing e la comunicazione si devono adeguare. Collaborare con d&g patisserie e il Maestro Dianin è un continuo stimolo reciproco a fare meglio, a spingersi oltre, i momenti di confronto sono preziosi, siamo orgogliosi di quanto abbiamo fatto fino a qui.
Il Maestro è presente nel processo creativo e, per quanto ho raccontato fino ad ora, è quello che vogliamo perché da lui assorbiamo i concetti fondamentali da fare nostri e da trasformare in un nuovo concept.
LD: Cosa ne pensate dell’attuale scena della grafica italiana?
LP: Come per moltissimi altri settori il graphic-design italiano è fortemente influenzato dal contesto socio economico quindi è per me complicato esprimere un giudizio puro, assoluto. Attorno a noi vedo molte realtà veramente valide e di talento, altre no. Ma il nostro paese ha moltissimi talenti del design e il settore della grafica è certamente ben rappresentato, sono veramente tanti ad esempio i giovani designer italiani che seguo con ammirazione. Credo però che oggi se un buon progetto grafico arriva alle persone è soprattutto per merito degli imprenditori, degli artigiani, dei produttori che rischiano e investono tutto per scoprire ed inventare e ci credono a tal punto che investono ancora per mettere il vestito giusto al loro prodotto. Poi ci sono i designer, noi siamo solo una parte del processo.
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Locatelli Pepato
d&g patisserie