Etichetta vincente: IRPO Acquavite di vinaccia

Parole d’ordine: territorialità e simbolismo

Basterebbero queste due parole a descrivere il progetto grafico costruito per questo distillato. Siamo a Venticano, in provincia di Avellino, nel cuore della media bassa Valle del Calore. Terra suggestiva, solcata da vigneti riconosciuti da doc a docg quali il Taurasi, il Fiano di Avellino e il Greco di Tufo.

In questi luoghi, dove la cultura contadina e la dedizione all’agricoltura ne fanno da padrone, ha sede la Distilleria Antonellis, azienda giovane costituita nel 2009 dal Maestro Distillatore Paolo Saverio Antonellis. Un’inizio pionieristico, fatto di tenacia e caparbietà, letture e continue sperimentazioni hanno trasformato un hobby in una vera vocazione. Esperienza oggi capace di restituire alle proprie creazioni un gusto e dei profumi peculiari, autentici, con una forte identità territoriale. La distilleria produce prevalentemente grappe di monovitigni, ma quella qui analizzata è invece un blend in distillazione. Una grappa nata per celebrare le proprie origini storico-culturali.

In antichità, le terre dell’area geografica dell’Irpinia, erano abitate da Osci e Sanniti, che parlavano una loro lingua, l’osco. L’osco aveva molto in comune con il latino, benché avesse un proprio alfabeto e una propria grammatica. Tra tutte le lingue italiche conosciute, viene considerata forse la più conservativa; è riuscita, al pari con il greco, a mantenere intatto il proprio sistema di vocali e i dittonghi.

Il nome degli Irpini, discendenti dalla tribù sannitica, deriva da Irpo, che in lingua osca significa lupo. Un animale simbolo di forza, empatia e collaborazione che, secondo la leggenda, venne scelto dagli Irpini come animale-totem.

“Ogni lupo all’interno del proprio branco ricopre un ruolo importante e si adopera per il bene di tutti. Il movimento dei lupi verso la meta è una danza d’insieme, nella quale nessuno è lasciato indietro e ogni membro contribuisce alla conquista di un fine comune.”

A livello identitario c’è stato un grande lavoro dietro la grafica, il packaging e la comunicazione. Lavoro che – in un continuo gioco di rimandi e citazioni – come i lupi, trae il proprio successo dalla forza del gruppo. Il progetto ideato e coordinato dall’Art director Andrea Basile, dello studio creativo BasileADV, ha coinvolto tante realtà e competenze differenti, ognuna delle quali, come in un distillato, ha aggiunto la propria goccia di sapere per rendere unico questo straordinario progetto.

Il design delle etichette è opera dello studio valenciano Resistenza, fondata dal calligrafo italiano Giuseppe Salerno e dal designer spagnolo Paco González, che è anche una fonderia digitale e ha creato le font per la grappa IRPO.

La carta utilizzata è un Arconvert adesiva, su cui risplendono le lamine dorate della Luxoro che enfatizzano i tratti e lettere dal sapore antico e affascinante. Celata sul retro c’è invece un illustrazione evocativa di Andrea Longhi che ricorda la potenza dell’animale, il cui volto appare nel momento in cui si solleva il rombo dorato. Un fascinoso invito ad andare fino in fondo alla complessità del progetto.

Le etichette (21×8,5cm) sono applicate su bottiglie prodotte da Vetroelite e sono racchiuse in un prezioso “scrigno”. Sollevando la parte superiore del packaging, si rimane ammaliati dal gioco di luci e ombre create dal pattern, fortemente contrastate dal nero interno. Ad accompagnare la grappa c’è anche un volumetto che spiega il progetto. Stampato su carta Fedrigoni, raccoglie i testi di Alessio Morando, le foto di Diego De Dominicis e una presentazione del prodotto a cura di Agostino Cefalo.

Link utili:
Distilleria Antonellis
BasileADV
Resistenza